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IL BAROCCO

Per molto tempo il termine Barocco, coniato dai teorici neoclassici, è stato associato a qualcosa di eccessivo, bizzarro, stravagante ed artificioso, collocato tra i fasti del classicismo Cinquecentesco e il lento tramonto del Settecento: in realtà, Venezia, che nonostante la peste del 1630 e la conseguente crisi economica, mantiene posizioni di primato su vari aspetti, si serve in questo periodo dei "proti", cioè di architetti, funzionari di stato, scelti tra le maestranze attive nelle corporazioni. I tentativi di egemonia della Repubblica Veneziana si trovano però di fronte ad un forte policentrismo: in ogni centro di interesse locale, il nuovo linguaggio viene recepito in maniera diversa. La cultura architettonica veneziana seicentesca trova un terreno fertile nella marca trevigiana, mentre nel bellunese si innesta sulle tradizioni locali; a Verona, si inserisce in un contesto culturale piuttosto eclettico, mentre Vicenza e Padova si dimostrano aperte verso architetti stranieri.

Venezia. Scuola dei Carmini, interno

Venezia. Scuola dei Carmini, interno

In questo contesto di dialogo tra tradizione e autonomia, si inserisce la figura di Baldassare Longhena: la Basilica di Santa Maria della Salute, la facciata della Scuola dei Carmini e dell'Ospedaletto, la chiesa degli Scalzi, e, nel campo dell'architettura civile, i celebri palazzi di Ca' Pesaro e Ca' Rezzonico sono le sue maggiori realizzazioni. L'attività di Longhena si estende anche alle ville venete, con il completamento di Villa Angarano, a Bassano del Grappa, il cui progetto iniziale deve essere però attribuito a Palladio.